I 5 libri che mi hanno conquistata nel 2024

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In questi scampoli di anno che stiamo vivendo, giunge per ognuno il tempo di bilanci e considerazioni. C’è chi guarda ai successi ottenuti sul lavoro, chi riflette sulle relazioni più care, e chi, come me, trova nei libri un filo conduttore per ripercorrere l’anno appena passato. E in effetti alcune letture del 2024 mi rimarranno impresse proprio perché hanno spostato qualcosa in me, nel mio sentire. Alcune storie mi hanno fatto ridere, altre riflettere, e altre ancora mi hanno tenuta sveglia fino a tardi. Ecco dunque i 5 libri che hanno reso quest’anno indimenticabile. Sono tutte opere di narrativa, a conferma, ancora una volta, che questa è la forma di scrittura a me più congeniale, quella in cui più mi sento a mio agio. Mi prendo però un riga, prima di iniziare per una menzione d’onore: Sulle donne di Susan Sontag mi ha aiutata a fare pace con il mio corpo e con i miei trent’anni.

Intermezzo di Sally Rooney

L’ultimo romanzo di Sally Rooney segna un evidente passo avanti nella maturazione di questa scrittrice. Più complesso e articolato rispetto al precedente, Intermezzo affronta temi nuovi per l’autrice, con uno stile più raffinato e una maggiore varietà di personaggi. Come sempre nelle opere di Rooney, al centro della narrazione troviamo le relazioni interpersonali, ma questa volta sono tutte legate da un unico motore: l’elaborazione di un lutto. La capacità dell’autrice di descrivere con delicatezza e acume la natura polimorfica con cui ognuno affronta la perdita rappresenta il punto di forza del libro. Rooney non si limita a esplorare le conseguenze per chi è direttamente coinvolto nel lutto, ma indaga anche il suo impatto su estranei che, inevitabilmente, vengono trascinati nel vortice di questa rivoluzione emotiva. Alcuni personaggi, ritenuti solidi e centrati, si scoprono fragili e incapaci di reagire, mentre altri, paradossalmente, riescono ad affrontare la tragedia come un’occasione per ridefinire sé stessi e comprendere finalmente la propria identità.

Sparire qui di Marta Ciccolari Micaldi

Mi sono sempre chiesta: cosa significa viaggiare per la prima volta in America? Visitare la popolosa e brulicante New York, scoprire le distese del Colorado, passeggiare tra i boschi del Maine o saggiare tra le dita la sabbia delle Hawaii? Sparire qui è un memoir in cui Ciccolari Micaldi, americanista esperta di cultura popolare, letteratura e cinema americano, racconta i suoi molti viaggi negli Stati Uniti.
Due aspetti mi hanno colpito di questo libro: la sincerità con cui la protagonista descrive le sue esperienze, senza idealizzare o criticare per partito preso l’America, e i continui rimandi alla letteratura di questo Paese. Inoltre, attraverso lunghi viaggi on the road, la protagonista riesce a tracciare un ritratto dell’America autentica: quella lontana dalle rotte turistiche, ruvida e talvolta incomprensibile per uno sguardo europeo. La voce narrante ci conduce con abilità, non solo alla scoperta dei luoghi visitati, ma anche attraverso il lato più emotivo e personale del suo rapporto con questi spazi.

Jane Eyre di Charlotte Brontë

Jane Eyre è un romanzo che nella mia vita occupa un posto speciale, essendo l’opera che mi ha fatto scoprire Charlotte Brontë, il preferito tra i nomi della letteratura che io conosco. Quest’anno ho avuto modo di rileggerlo in occasione del nostro gruppo di lettura dedicato al romanzo gotico. Se avevo qualche dubbio che il fascino di questo libro potesse essere legato al periodo giovanile in cui l’avevo letto per la prima volta, questa rilettura lo ha definitivamente spazzato via.
Ancora una volta, e forse ancor di più, queste pagine mi hanno saputo consolare, ispirare e toccare nel profondo. La crescita della figura di Jane, la sua forza e, al tempo stesso, la sua capacità di compassione sono tratteggiate con una credibilità che evita qualsiasi caduta nella retorica. Lo stesso vale per il tormentato animo di Rochester e per i personaggi secondari, sempre autentici e ben caratterizzati.
Pur essendo molto legata a questa storia, devo ammettere che il romanzo di Brontë che amo di più è Villette, da cui ho tratto ispirazione per il mio pseudonimo qui su Giornate di lettura. Chissà, allora, che non sia giunto il momento per un’altra rilettura?

Via col vento di Margareth Mitchell

Iniziato nel dicembre 2023 e concluso a gennaio 2024 più che inoltrato, Via col vento è uno di quei libri che sai non dimenticherai. O, meglio, potrai forse dimenticare le scene, le parentele, il susseguirsi puntuale degli eventi, ma non dimenticherai come il romanzo ti ha fatto sentire mentre lo leggevi: la profondità delle sensazioni, la rabbia, la paura, la tristezza. E certe emozioni, certa commozione, certo coinvolgimento, solo i classici sono in grado di comunicarli. Purtroppo, il romanzo di Margaret Mitchell soffre di una sorta di maledizione. Il film, pur avendolo reso celebre, gli ha cucito addosso l’etichetta di “romanzo rosa”, una definizione che non gli rende giustizia. Questo libro parla di sopravvivenza, di Storia, di una nazione costretta a reinventarsi, e di un popolo ancora oggi diviso. E i personaggi! Ogni aspetto di questo mondo, intrappolato in una drammatica e inconsapevole rivoluzione, è incarnato non solo dalla protagonista, ma anche dagli altri indimenticabili protagonisti: la paura del progresso nella decadente eleganza di Ashley Wilkes, la resistenza gentile di Melania, la passione nascosta dietro l’apparente strafottenza di Rhett Butler…

Memorie di Ragazza di Annie Ernaux

Non conoscevo Annie Ernaux prima del suo Nobel. Avevo giusto incontrato il suo nome in qualche articolo online, qualcuno l’aveva letta. Avevo acquistato un suo romanzo, Gli anni, ma lo avevo abbandonato, relegando l’autrice a quella parte della letteratura contemporanea che piace a molti, ma che io non riesco a capire. Poi, a una fiera del libro a Milano, su consiglio di un venditore, ho acquistato Memorie di ragazza, e quest’opera mi ha fatto ricredere. La scrittura di Ernaux è originale, essenziale e, per certi versi, scomoda. Ma è proprio quella scomodità che ti fa amare un libro: ti costringe a esplorare luoghi della mente in cui non eri mai stato o in cui avresti preferito non addentrarti. Memorie di ragazza non si limita a raccontare; sfida il lettore, lo interroga, lo mette a nudo. Ed è per questo che si è guadagnato un posto tra le mie letture migliori di quest’anno. Ernaux mi ha insegnato che il valore di un libro non sta solo nel conforto che offre, ma anche nella sua capacità di scuotere, di aprire nuove prospettive.

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