Pillole di narrativa: “Piciul” di Marco Peluso.

La questione dell’emarginazione degli immigrati nella società è spinosa e drammaticamente attuale. Il senso di sconfitta che regna prevalentemente in questa fetta non integrata di persone segna in modo evidente un destino che appare già scritto. È questo il filo rosso che attraversa il romanzo di Marco Peluso, Piciul, edito da Linea edizioni nel 2021.

Napoli, città dello scrittore, fa da sfondo alle vicende del protagonista, Horia, chiamto Piciul, e dei suoi quattro amici intorno a cui ruota la storia. Tutti rumeni, tutti giovanissimi, i personaggi di questo romanzo vivono ai margini di un mondo che li ha dimenticati, abbandonandoli ad una vita dura, spietata, violenta. Uno squarcio della città partenopea che rivela una realtà di fronte alla quale lo scrittore invita a non chiudere gli occhi e che lui stesso conosce molto bene. Tale familiarità è dimostrata attraverso la dimestichezza di Peluso nell’usare la lingua rumena mista a quella napoletana; nella povertà che grava; negli atteggiamenti dei suoi personaggi, nei loro sguardi e nei luoghi da essi frequentati. Peluso ha scritto un romanzo che è lontano dall’essere consolatorio ma, allo stesso tempo, necessario. Infatti, talvolta sarebbe importante imparare a guardare una sofferenza che non può guarire o un tunnel in fondo al quale non si scorge la luce.

Buona lettura! (M.)

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