
Senza evocare la vexata quaestio relativa alla cosiddetta tenzone con Forese, l’idea di un libro intitolato Le parolacce di Dante Alighieri mi fu raccomandata da un compianto amico mio e non de la ventura, che – pensando al VII centenario della morte del Poeta – mi suggerì di scrivere un opuscolo divulgativo su questo aspetto del capolavoro: la presenza, più o meno esplicita, soprattutto nell’ Inferno, di parole ignobili, oscene, sconce o, altrimenti detto, di un linguaggio opposto al dolce stile del volgare illustre, alla parola ornata di Virgilio o all’angelica, soave e piana, voce di Beatrice. Si pensi, quanto al lessico di registro basso e comico, anti-sublime e anti-tragico, a sostantivi e aggettivi, attestati nel canto XVIII dell’Inferno, come «sterco» (v. 113), «merda» (v. 116), «merdose» (v. 131) e «puttana» (v. 133). O a un verbo, nel XIX canto dell’Inferno, come «puttaneggiar» (v. 108).Federico Sanguineti, Le parolacce di Dante Alighieri, Tempesta, Trevignano Romano, 2021.

[…] Incipit del giorno – 22 novembre 2023 di Federico […]
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