Quella sporca dozzina: un film… da Premio Strega

Una settimana di letture #121

5–7 minuti

Sono dodici, come gli apostoli, e tra essi si annida almeno un Giuda… Non spingerò però l’irriverenza a quel punto, anche perché di poveri cristi in giro non ce n’è uno solo. Piuttosto, ciò che mi è venuto in mente all’annuncio della dozzina è un film del 1967 di Robert Aldrich. Che ottenne all’epoca un grande successo di critica e pubblico, nonché diverse candidature agli Oscar. E che, chiedendo venia, con larga licenza evoco qui per un parallelismo godurioso. 

Ecco la trama. Siamo a Londra, nel 1944 (leggi: Roma, 2024), quasi alla vigilia dello sbarco in Normandia, accadimento epocale quasi quanto il premio Strega… Il maggiore Reisman, che con sincrasia anglogermanica potremmo tradurre con Uomo-scompisciamento (ossia la Letteratura italiana) viene convocato da un gruppo di ufficiali (Case editrici) guidati dal generale Mondadori, che gli propongono un delicato incarico: condurre 12 degli 82 per quell’anno condannati a morte, o a lunghe pene detentive, all’assalto del Premio per eccellenza, col compito di assassinare (persuadere) un gruppo di ufficiali tedeschi (i membri della giuria). Reisman (leggi ancora: Letteratura italiana) è perplesso per quella che ritiene una missione suicida, e noi lo comprendiamo. Ma che farci? Così va il mondo. O meglio, così andava nell’anno domini 2024… 

Recatosi tra mille perplessità al carcere culturale di Benevento, l’Uomo-scompiscio (sempre la Letteratura italiana) seleziona suo malgrado i dodici che dovranno partecipare alla missione, promettendo la revoca della pena (anonimato) e il miraggio della palma ai selezionati. E a nulla vale la protesta dei 70 tapini candidati di sentirsi poi così atrocemente rigettati nel limo dei neoteroi… 

Ma tant’è, si sa che il mondo è ingiusto, e solo nella morale kantiana i meriti vengono alla fine riconosciuti. È ciò che pensano, più terra terra, anche i “combattenti”, ognuno lanciato come’è verso la propria realizzazione. Pure, man mano che si conoscono, si frequentano e scambiano sms, mail e pettegolezzi sui colleghi, è in un clima epidermicamente amichevole che la dozzina, detta “sporca” per scarsa igiene letteraria, si imbarca negli snervanti itinerari della promozione, apparentemente dimentica che lo scopo della missione è una bottiglia di liquore... Così, con mellifua convivenza, gli eletti tentano scaramanticamente di mitridatizzarsi. Finché, in una notte di giugno (altrimenti detta dei lunghi coltelli) si lanciano nel salotto esclusivo di Maria Bellonci, alcuni travestiti da geni laureati, altri in procinto di diventarlo. Tutto sembra procedere senza intoppi, finché la giuria non dà di testa, e colta da incomprensibile raptus scarta il favorito di turno e inizia a decimare i restanti. Altri membri della “dozzina” vengono così decapitati sul posto, fino a ridursi ai magnifici cinque (i sette di un’altra pellicola…)

E così passa tutto il mese di giugno, con i superstiti intesi a sbevazzare a tutta forza, ignorando che gli organizzatori hanno intanto messo a punto un piano ancora più diabolico per chi si ritiene in paradiso. Finché nel fatidico 4 luglio, dopo aver stipato un bel po’ di venduti e lecchini nel Ninfeo di Villa Giulia, attraverso le bocchette (o boccacce) delle malelingue, innescano le granate della deflagrazione, defilandosi giusto un po’ prima. Poco dopo il Ninfeo esplode, sbrindellando anche il fortunato che non riesce a staccarsi dalla tanto ambita bottiglia. E col trionfo finito in piscem, gli accreditati mercanti delle lettere finiscono in ospedale a meditare che forse avrebbero fatto meglio a declinare l’incarico, tenendosi lontano dalle kermesse, dagli intighi e dalle camarille, senza amici della domenica o del sabato, e senza gli ordini delle scuderie editoriali di cui si impipa altamente la tapina Letteratura, che lontana dai riflettori, umilmente e cocciutamente, persevera per la sua via…



✍️ I NOSTRI ARTICOLI

Dall’ultima volta che ci siamo letti, sono usciti 4 articoli:

L’articolo, uscito per la nostra rubrica Briciole di filosofia esplora il pensiero del sofista Gorgia, un filosofo siciliano del V secolo a.C., noto per la sua radicale negazione dell’esistenza, della conoscibilità e della comunicabilità della realtà. Gorgia contesta le teorie ontologiche di Parmenide e Melisso, sostenendo che nulla esiste veramente e che persino il pensiero e la comunicazione sono intrinsecamente limitati. La retorica diventa fondamentale in questo contesto, poiché la verità oggettiva è considerata inaccessibile e la persuasione verbale guida le interazioni umane. [Leggi l’articolo]

Questa recensione tratta di Letture facoltative, una raccolta di saggi della poeta polacca Wislawa Szymborska, che qui esprime il suo amore per la lettura e la parola scritta. In questi saggi, Szymborska esplora una vasta gamma di argomenti, dalla vita degli animali all’astronomia, dalla psicologia alla storia umana. Pur non essendo recensioni, ma piuttosto riflessioni personali, i suoi scritti offrono spunti di riflessione su libri che spesso vengono snobbati dalla critica letteraria, ma che possono essere altrettanto stimolanti e interessanti. Con uno stile leggero e profondo allo stesso tempo, Szymborska affronta argomenti con humour e amore per la vita e la lettura, creando così una collezione di saggi che sono un piacere da leggere e che riflettono la sua visione giocosa e appassionata del mondo letterario. [Leggi l’articolo]

L’articolo uscito per la nostra rubrica I profili analizza il pensiero, la vita e la poetica di Gogol’, evidenziando il suo approccio unico alla narrazione realistica, al contempo caratterizzata da elementi grotteschi e surreali. Si discute del contesto storico e culturale in cui Gogol’ ha vissuto e lavorato, evidenziando le tematiche ricorrenti della sua opera, come la critica sociale e la rappresentazione della corruzione e dell’avidità umana. Infine, si menziona la controversa ricezione critica delle sue opere e il suo impatto sulla letteratura russa tutta. [Leggi l’articolo]

UNA SERATA CON MAJID CAPOVANI (28° incontro del Caffè Letterario a Zurigo, 22 marzo 2024)

L’articolo tratta del romanzo “L’Esercito dei Soli” scritto da Majid Capovani, e presentato all’ultimo incontro del Caffè Letterario a Zurigo. L’opera affronta il tema dell’estremismo islamico e della radicalizzazione giovanile. Il protagonista del romanzo è Romeo, un diciottenne che si unisce all’ISIS in cerca di un senso di appartenenza e scopre presto l’orrore e la violenza di questa realtà. Il libro affronta in modo crudo e aspro la sofferenza e la tragedia legate alla guerra e alla violenza terroristica. L’autore ha discusso del libro e delle sue tesi sulla radicalizzazione giovanile, sostenendo che non è l’Islam a radicalizzare i giovani, ma piuttosto è il disagio personale e sociale che li spinge verso gli estremismi. [Leggi l’articolo]

Per la nostra rubrica Gli estratti abbiamo invece pubblicato:

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